Osvaldo Giangrossi

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Ugo

 

Ugo, grande amico mio, ti ricordi quando facevamo footing per le brumose campagne dell'hinterland milanese, il nostro ansimare e poi, sulla via del ritorno, arrivavi sempre prima tu, mi aspettavi sulla soglia di casa con quel tuo sguardo muto, quasi ironico e mi facevi tanta rabbia perché eri più veloce di me? Eppure eri grosso, mangiavi tanto,  oserei dire ti abbuffavi e non ti importava niente della linea; diete, nemmeno a parlarne, non ne volevi sapere nonostante i miei consigli. A te confidavo i miei sogni, le mie passioni, le mie illusioni e tu te ne stavi lì paziente ad ascoltarmi senza mai dare segni di noia o di insofferenza. Eri così dolce, mai una discussione tra noi, sapevi proprio prendermi per il verso giusto. Poi un giorno, senza neanche avvisare, sei scomparso dalla mia vita, scomparso nel nulla e non sei più tornato. Ugo, dove sei? Torna, amico mio, mi manchi tanto! Ugo era il mio mastodontico pastore maremmano scomparso un anno fa e mai più tornato a casa.

Osvaldo



 



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