Adolescenza
Eravamo nella seconda metą degli
anni '60. In quel periodo tra noi giovanissimi impazzavano le feste private:
uno scantinato, un giradischi, qualche aranciata e cosi' passavamo alcuni
pomeriggi delle nostre domeniche. Quella volta ero stato invitato anch'io
a casa di una mia compagna di scuola. Era una di quelle domeniche di autunno
inoltrato uggiose e piovigginose che invitavano a rimanere tra le mura domestiche;
sapevo che alla festa veniva anche Marina, una mia coetanea di cui mi ero
preso una cotta tremenda e alla quale, a causa della mia maledetta timidezza,
non osavo rivolgere nemmeno un innocente "ciao". Eravamo una dozzina di ragazzi,
equamente distribuiti tra maschi e femmine. Parti' il giradischi e cominciammo
a ballare tutti insieme al ritmo dello shake, una sorta di ballo scatenato
dove ognuno si muoveva a suo piacimento disegnando con le mani ghirigori
immaginari. Ad un certo punto cominciarono a diffondersi nell'aria le note
paradisiache di "The sound of silence", un lento di Simon&Garfunkel, un
hit dell'epoca. Preso il coraggio a due mani, mi avvicinai titubante a Marina
,temendo un rifiuto: "Balli?" le chiesi. "Volentieri" mi rispose lei gentilmente.
Cominciammo a ballare tenendo rigorosamente le distanze; un turbinio di pensieri
mi avvolgeva, arrovellandomi il cervello su cosa avrei potuto dirle per attaccare
bottone ;alla fine mi decisi: "Marina" "Si?" "Ti amo fin dal primo istante
che ti ho vista", le dissi io in un sospiro mentre sentivo il mio viso avvampare
paurosamente. Era la mia prima dichiarazione! Ce l'avevo fatta, maledizione,
vada come vada. Lei non rispose, mi sorrise soavemente e si strinse forte
a me facendo aderire il suo corpo al mio; poi ci baciammo e, quasi istantaneamente,
le nostre lingue si ritrovarono ognuna nella bocca dell'altro, quasi a volerne
esplorare voluttuosamente ogni anfratto. Io ero al settimo cielo, appagato,
felice, quasi paralizzato da questo per me insperato sviluppo della situazione.
Continuammo a ballare stretti stretti fino a sera. Presi il mio ombrello,
uscimmo insieme e l'accompagnai a casa tenendoci teneramente per mano sotto
la pioggerellina insistente.
Era sbocciato un Amore!
Osvaldo
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