TIBILUDIO

 

Il bene ha un enorme vantaggio sul male, è molto semplice, il bene non è complicato ed è alla portata di tutti. Il male ha bisogno di un’intelligenza malefica, di un’unione superiore. Si, è vero trova terreno facile nelle debolezze umane, nell’indifferenza e nell’egoismo.

Ma a lungo andare è destinato a soccombere, perché il male per sua stessa natura non può che ritorcersi su se stesso.

Esistenzialmente la comparatitudine dell’incoerenza si appropinqua all’illazionismo proprio del dialogo.
Questa palingenesi, che si oblitera nell’io-cosciente, potrebbe dipendere da una futura metempsicosi che porterà ad una sistematica psico-preparata condizione estrema.
Però, in secondo luogo, bisogna considerare il possibile dualismo della personalità che induce l’individuo a rispondere col sub-cosciente anche quando parla con un’altra persona.
Fin dai tempi antichi gli spiritualisti hanno affermato l’esistenza della coscienza che frenerebbe accondisceratamente, quanto interviene in tempo, l’azione malvagia e provocherebbe il così detto rimorso in caso contrario. Considerando l’alternanza delle emozioni che condizionano l’individuo, occorre precisare il netto distinguo tra l’ipocondriaca assunzione di preconcetti e il reale svolgimento dei fatti. Chi asserisce verità senza dubbio è in buona fede, d’altro canto è palese sindrome di tibiludio il congregarsi di sintomi infantili di obnulescenza. Allora esistono, forse, soluzioni di continuità soltanto all’esaurirsi di ogni tentativo di coercizione psicologica.
Ogni giorno mi alzo pensando: se il fato sarà propizio gioirò, se sarà avverso combatterò. Ecco il mio semplice tentativo di sconfiggere la vita senza mai subirla.

Il drappo strappato dal coro di bimbi

Un giorno trovai un albero di cristalli di noci,
salii sul ramo più alto guardai giù:
vidi il nulla.

Allora pensai: "come sono presuntuoso!".

Scesi dieci rami e guardai di nuovo: niente!

Scesi ancora,
ormai ero sul ramo più basso,
guardai:
vidi il mondo e capii.

Compresi quanto sia inutile salire in alto,
pensare di superare gli ostacoli,
scavalcare le fronde e sfidare il cielo.

Allora scesi dall'albero
e mi tuffai nel mare.
Il mare è la vita.

 

 

Ary