Scuri abbassati (Il sapore amaro dell'illusione) 

 

 

Quando sorrisi e parole non bastono, a placare l'anima, apro la finestra del balcone.

Davanti vedo case con gli "scuri" abbassati.
Storie, vita di un paese antico, dove la miseria, a volte, accompagna il dolore.


Mi dico, “ora vedi”, “vedi quanto sale amaro condisce la gente”,persone la cui luce degli occhi non brilla più;  casi umani, casi di tutti i giorni.
 
Allora torno dentro, guardo cosa ho vicino e dico grazie.
Nessuno può alleviare il dolore del mondo, fare o dire qualcosa di utile, a volte il silenzio è la miglior prova d'amore.

In un vivere dove di concreto c'è solo l'effimero anche i nomi hanno un significato vago.

Il suono delle parole viene disperso dal vento e credere di essere vicini a qualcuno
è come aprire una voragine nel dubbio.

Come può l’”Uomo”, profondità del mare,  vento del ciclone,  fuoco del vulcano,  nero della notte, farsi avvicinare? Il sapore amaro dell'illusione.

 

Forse sarei in grado di placare il mio animo di sedere su un unico posto,
forse sarei capace di trovare tutto quello che mi manca, forse potrei io darlo io.

Le parole sono suoni che prendono forma, pensieri che anelano d’esser veri,

sogni  che si macchiano di presunzione e vuotano il loro vuoto.
Dove la terra si scontra con il sole e di quel vuoto si nutre pian piano; un soffio che va e viene come la tenue fiammella d'una candela che arde viva perché fuoco puro.

Perché continuare a ferirsi con l'illusione della speranza di un fatuo sogno nascosto dalla realtà di una vita diversa ed impossibile, dove il suono del tempo è un miscuglio di idee bislacche che non trovano soluzione di continuità se non nella fine?


Guardiamo al domani come fosse nuovo giorno portatore di gioie da scoprire.

Ary