PIACERSI

 

Bhe non voglio giocare al facile gioco della psicanalisi,

perchè le parole in certi casi non servono a niente.

Le parole possono solo al limite farci sentire un po' meno soli.

Se dovessi parlare di me scriverei un libro

nel quale descriverei tutti i passi fatti per riuscire a piacermi

e dunque a convivere con me stesso. Fasi che sono passate da momenti bui,

bui fino all'estremo a momenti lieti anche se brevi. Passi che piano piano

sopratutto con le parole, che scrivo sopratutto per me stesso,

mi hanno sempre aiutato. Aiutato nella via del divenire.

Questo divenire ha proprio secondo me come meta lo stare bene con sé stessi.

Di strada ne devo ancora fare.

Di cadute ne avrò sempre e come sempre penserò che:

"è sempre un bel giorno per essere vivi".

Non voglio parlare dei dettagli che mi hanno portato a questa conclusione,  

perchè ognuno deve trovare la propria strada.

Vorrei solo assicurare che benché la mia sia ancora lunga,

sono conscio del fatto che l'andamento sarà sempre altalenante.

Un po' su e un po' giù. Triste e allegro, spumeggiante e malinconico.


E pensare che a 15 anni scrissi:



Estate 1977 Qualcosa


Scintillando correvo per i boschi in cerca di un qualcosa che non trovavo;
correvo, cadevo, mi rialzavo.
E di nuovo quella voglia di conoscere "qualcosa" mi trascinava di nascosto.
Non sapevo cosa stavo cercando, neanche lo immaginavo;
fin quando non giunsi davanti ad un portone grande, altissimo.
Di colpo lo spalancai ed una nube celestiale mi trasmise i suoi colori.
Una nebbia turchina mi avvolse e mi trasportò dinanzi a Lui.
Capii ... e Gli chiesi: - Illuminami Maestro. -
Ed Egli rispose:
- Non ti sei accorto che hai vissuto per niente? -


Con queste parole intendevo dire che a volte si perde del tempo a
cercare qualcosa fuori lontano, mentre quel qualcosa è dentro di
noi. Inoltre spesso si butta via la vita nella ricerca di star bene
e si arriva poi troppo tardi a capire che si è perso del tempo, che
la felicità sta nelle piccole cose di ogni giorno in ogni dettaglio,
dipende solo se sappiamo od impariamo ad osservare, molti questo lo
sanno.

Dunque abitare lontano da noi stessi e fuggire dalla propria indole
non serve, perchè sarebbe come spegnere la luce, infatti il nostro
io ci insegue come la nostra ombra. L'unica via è accettarci come
siamo.


Il sentirsi incompiuti o provvisori, credo sia l'anticamera della
consapevolezza dell'io.

 

Solo parole?

 

 

Ecco che 4 anni dopo "Qualcosa" scrissi:

Ottobre 1979 Cercare

Cercare qualcosa che ti tiri su il morale, cercare la forza di
tirare avanti,
cercare la spinta giusta per guardare in faccia il domani.
Cercare di non pensare, cercare la speranza di dormire.
Non serve a niente ubriacarsi, fumare l'erba.
Non serve a niente girovagare per le strade senza meta.
Non serve cercare in altri posti quello che non trovi vicino a te.
Sfogati, piangi, grida ... tanto nessuno ti ascolta, nessuno ti
sente,
nessuno ti tende una mano.
Cosa serve scrivere, sognare, giocare con la propria mente.
Ascolta la voce che viene da dentro. Dai sorridi, perché sei giù?
Dai, abbi il coraggio di scrivere ciò che pensi veramente.
E tu che forse un giorno leggerai queste righe devi ridere di questo
povero sciocco.
Ma rifletti, cosa fai tu quando sei in crisi?
Io scrivo, sarà inutile, infantile non so, ma io scrivo e continuerò
a scrivere
fino a che l'età non approfondirà la ragione.
Mi viene voglia di scappare, di piantare tutto e tutti. Ma dove
vado:
tutto il mondo è paese. Anche là incontrerò le stesse delusioni, le
stesse amarezze.
Chissà se un giorno un disco volante mi verrà a prendere e mi
porterà nel mondo
da me immaginato.
Ma perché non restare qua e cercare di lottare per avere quel poco
che chiedo:
lealtà e amore.
Ma eccomi di nuovo in crisi, crisi di religione, crisi di morale.
Ma esiste Dio? Forse devo cercare in Lui la pace del mio spirito?
In questo momento mi sento sdoppiato, ecco mi vedo: seduto che
scrivo.
Ma chi vive dentro quel debole corpo? Io o ciò che è stato
costruito,
ciò che è cresciuto e vissuto incontrando dei duri ostacoli, ma chi
non cade almeno una volta nella vita?
La psiche da colpa all'età, il travaglio spirituale è frequente
negli esseri pensanti!
Mi sento come una marionetta guidata dalle mani del destino, il
terribile burattinaio che comanda tutto e tutti.
Sono stanco, sono stufo, sono distrutto. Perché non riesco a fermare
quella trottola che è il mio carattere? Però è sempre un
carattere ...!
... E continuerò a cercare quel qualcosa che mi aiuti a vivere,
perché io vivo.
Forse è proprio questo "cercare" che da la spinta all'uomo per
vivere e noi viviamo in un modo o nell'altro viviamo e l'importante
è questo.

Ary