Pensieri in libertà: l’umiltà e la guerra

 

Oggi pensavo ancora una volta a come l'uomo abbia avuto sempre paura della supremazia femminile condizionato dall'invidia di non poter procreare.

Pensavo: perché si tende a schiavizzare o sottomettere una specie o qualcuno?

Forse perché potenzialmente è migliore.

Allora lo si attacca e si tenta di ridurlo all'impotenza, di annichilirlo.

Credo sia psicologia spicciola.

Nel caso della donna il tentativo sta fallendo, anche se ci vuole ancora un po’ di tempo.

Purtroppo il miglior alleato dell'uomo, nel tentativo di sottomettere la donna, è la donna stessa.

Nello specifico mi riferisco a quelle donne che danno più importanza all'effimero, alla superficie, alla bellezza e che riempiono le televisioni.

Credo però che anche questo faccia parte del Cammino.

Attualmente i "Valori" sono spesso strumentalizzati dal potere, dalla ricerca del successo e dell'agiatezza, ma è ancora un'era dove l'uomo,

secondo me, deve fare così.

Deve arrivare al "punto del non ritorno", per poi morire e rinascere Uomo.

È il Cammino verso quel "divenire" che ci porterà vicino a ciò che dovremmo essere: Unità.

Non dimentico che io stesso uso il risultato di ciò che l'uomo produce nel suo cammino:

(PC, TV, STEREO...), ma un giorno questi strumenti non saranno più principalmente dell’"effimero".

Ci arriveremo, io non so quando o come; non posso saperlo, ma ne sono convinto.

Però ci sono ancora molte fasi da percorrere. Una di queste, che ancora non termina, è la fase della guerra. Ma la guerra seppur terribile forse occorre.

Se tutti andassero d'accordo con tutti, ho timore che nascerebbe il caos che porta all'autodistruzione.

Il mondo sarebbe sommerso dalle persone, l'universo non basterebbe e improvvisamente l'entropia acquisterebbe una tal velocità da raggiungere il suo fine ultimo prima dell'Uomo.

Quello che tutti noi facciamo fatica a capire, ad accettare e, primi fra tutti, quelli direttamente colpiti, è che le guerre purtroppo servono, per quanto doloroso possa essere. Fa parte di una fase necessaria al cammino evolutivo dell'uomo. È natura umana e allo stesso tempo evoluzione. Ma ciò non significa doverla accettare passivamente... Se si arriverà all'autodistruzione per una guerra nucleare o di altra natura, ok, vorrà dire che è quello il "punto del non ritorno". E dopo ci sarà la rinascita.

In tutte le ere l'uomo ha sofferto cambiamenti epocali, ma non totali; a volte evolutivi, a volte anche involutivi (se mi concedete il termine); non sempre si va avanti e anche questo credo sia giusto.

La storia è storia. La pace universale penso sia uno degl'obiettivi del "divenire", ma quel "divenire" per essere così dovrà essere trascendentale e completo anche nel fisico.

Penso debba essere un'evoluzione verso una forma di vita diversa, più eterica, forse solo energia.

Il progresso, le conquiste tecnologiche sono briciole di fronte al cammino dell'Uomo.

L'umiltà sta nel considerare questo e che siamo ancora piccoli cuccioli dell'infinito e che i cambiamenti, i miglioramenti tecnici sono solo minimi al confronto del cambiamento che ho ipotizzato. Importante allora è riconoscere, far proprio quel concetto di umiltà che ci fa vivere l'oggi come parte integrante del meccanismo globale evolutivo.

Una frase d'effetto, a mio avviso sbagliata, benché bella, è quella legata alla conquista della luna: "un piccolo passo per l'uomo, ma un enorme passo per l'umanità".

Anche oggi la storia di Marte, secondo me, e' una bazzecola di fronte a quanta strada abbiamo ancora da fare. Ecco cosa intendo per umiltà: per rendersi conto dell'oggi, occorre prendere coscienza dei nostri piccoli passi quotidiani e farli! Ma con la consapevolezza che sono sempre piccoli. E questo vale anche per i nostri passi personali mossi nella direzione che migliora lo star bene con noi stessi e di conseguenza con gli altri. Ecco il paradosso: una cosa così piccola può essere tanto importante per il fine ultimo, più ancora del progresso tecnologico e di tutte le scoperte scientifiche.

Molto dipende dall'acquisto di quella peculiare umiltà che ancora l'uomo non ha conquistato.

 

Ary