FORME GEOMETRICHE INDISTINTE

 

 

Nasciamo e ci troviamo aggrovigliati in forme geometriche indistinte.

 

Ci colpiscono, ci penetrano, sono fuori e dentro di noi.

 

Linee rette, curve, parallele.

 

Forme che si chiudono, si aprono che girano su stesse e si attorcigliano.

 

Poi arrivano i corpi solidi, pericolosi, dai quali difficilmente si riesce a scappare.

 

Quando ci prendono ci inglobano, ci rinchiudono, ci soffocano.

 

Spesso non ce ne accorgiamo.

 

Ai più fortunati capitano forme irregolari, piene di angoli e lati di diverse dimensioni,

 

ad altri capita la monotonia delle forme regolari, sfere, cubi, coni, ecc..

 

E la vita si plasma all’interno dei corpi solidi.

 

 

Rileggendo mi sembra di aver scritto di una sorta di prigione in cui ci ritroviamo senza poter far niente per sentirsi liberi. Secondo me in realtà esistono diversi modi per farlo.

E` chiara la metafora, viviamo all’interno di regole (che occorrono) e di costrizioni più o meno lecite.

E tutto va bene, tutto ci sembra giusto e non ci pensiamo, anzi alle volte lottiamo per far parte del sistema.

E` banale forse, ma certamente vero, che il modo più bello per non sentirsi prigionieri sia quello di amare, amare tutto ciò che ci circonda. L’odio ed il rancore sono invece i veri carcerieri del nostro io.

La felicità arriva facilmente se siamo ricambiati e così tutte le astratte catene sembrano non esserci.

Quando ciò non accade ci sentiamo tristi, inutili ed infelici, ma vorrei insistere che la vita è così e che quelli fortunati siamo noi

Ancora facile è ricordare quanto dolore c’è nel mondo, quante brutture accadono tutti i giorni e come è immediato dimenticare tutto ciò di fronte al dolore che ognuno porta con sé.

Il nostro appare sempre il più grande, specialmente se è un dolore accompagnato dalla solitudine interiore.

Eppure basterebbe ricordare una cosa : non si è mai soli se almeno una volta nella vita qualcuno ci ha amato.

Non importa per quanto tempo o forma, quell’amore rimane indelebile scolpito in noi.

E se oggi qualcuno c’è, io dimentico tutto il resto.

Ary