Nella dimensione dell'impossibile

Prendi una goccia ed entri nella dimensione dell’impossibile.

Usi il microscopio.
Prendi un vetrino e posi la goccia sotto la lente.

Disponi di un ingrandimento infinito perché non stai usando un vero microscopio:

stai usando il microscopio della mente.

La goccia si dissolve,
diventa un mare,
un oceano pieno di vita,
popolato da miliardi di esseri.

Ed ora tutte le differenze sembrano appianate.

Tutti i colori sembrano sfumati in abbracci di luce.

Ma vai oltre, guardi più profondamente:

l’oceano scompare,
arriva un manto nero che tutto avvolge,
tutto inghiottisce,

vai oltre ancora,
puoi superarlo:

disponi di un ingrandimento infinito.

Il nero si dissolve disperso nei colori della nebbia,

entri nell’arcobaleno e continui a scendere a folle velocità.

A questo punto vedi tutto, puoi tutto;
i colori sono le tue armi,
basta un pensiero e puoi cambiare il destino dell’universo, basta un gesto e sei il padrone assoluto.

Ti senti dio, sei dio.

Ti accorgi che sei entrato nella dimensione dell’impossibile,
dove il possibile è l’inizio e l’infinito è solo la prima tappa.

Ricordi che disponi di un ingrandimento infinito,
e vai oltre.

I colori si fondono nel bianco,
un bianco completo,
assoluto,
pieno di suoni e sapori.

Senti quel tutto che si avvicina al niente
e ti chiedi se puoi andare ancora oltre.

Ti fermi e osservi,
vedi un individuo che davanti all’inevitabile indugia,
Un individuo che credeva di avere la conoscenza,
che credeva di saper rinunciare,
di essere vivo,
di poter volare, ridere
e poi ancora mille volte morire.

A terra una siringa con l’ago spezzato, e capisci
che la dimensione dell’impossibile si raggiunge solo così. Dentro una goccia.

Niente di più falso, di più ingannevole.

La dimensione dell’impossibile vive dentro gli occhi
di chi sa cos’e’ il dolore e cos’e’ la gioia,
di chi trova nell’inferno il suo paradiso,

(...che di pensieri impuri sono piene le vie degl’inferi,
mentre lo stupore vive nel paradiso dei bei ricordi...)

di chi non rinuncia ad afferrare il fato per il bavero e,
guardandolo in faccia,
a passo fermo, sicuro,
occhi negl’occhi,

grida con tutta la sua forza: IO CI SONO!


Ary