Limone Piemonte

Colle di Tenda

 

 

Introduzione e Servizio Fotografico

di Ary

Piemonte

Val Vermenagna

Valle Grande - Vallone degli Alberghi

Il paesaggio della Val Vermenagna contrasta fortemente con quello delle vallate contigue; mentre ad est la valle Pesio è sbarrata dalle muraglie calcaree del Marguareis e ad ovest le dentellate cime di Gelas, Argentera e Matto rendono severa la montagna della valle Gesso, le cime che circondano Limone Piemonte ed in particolare la testata della sua vallata mostrano frequentemente forme morbide e tondeggianti (particolarmente adatte per lo scialpinismo).

La valle è percorsa dalla statale n.20; solo 18 km separano Borgo San Dalmazzo da Limone Piemonte, non lontano dall'imbocco del traforo del Colle di Tenda. 

le fortificazioni ottocentesche del Colle di Tenda

La galleria, lunga 3.2 km, consente di passare in Val Roya, in Francia, e di continuare verso Ventimiglia e verso Nizza. Per salire al Colle invece, in località Cantoniera Bragard dalla statale si devia sulla vecchia strada che sale a 1871 m entrando in territorio francese. Da Vernante, una breve diramazione conduce in Val Grande, fino alla borgata di Palanfrè.

E' un mondo chiuso, molto legato alla tradizione quello delle valli cuneesi solcate dalla Stura di Demonte e dai torrenti Gesso e Vermenagna. Lo sviluppo economico è stato rallentato dalle difficoltà delle comunicazioni. Molto ne ha sofferto anche il turismo, qui soprattutto a carattere locale, che si esaurisce nella gita di una giornata. Ciascuna delle tre valli possiede comunque le sue peculiarità e la Val Vermenagna ha Limone, la famosa stazione sciistica e quindi sfrutta le risorse di un turismo soprattutto invernale.

Due sono i centri principali della valle:

Vernante 785 m

Vernante- ruderi del castello

Posta allo sbocco della Valle Grande, dal 1200 al 1500 fu possedimento dei conti di Ventimiglia e signori di Tenda; di quell'epoca restano, su un dirupo che domina l'abitato, i ruderi del castello Lascaris. Di interesse artistico sono i murales che decorano le facciate di numerose abitazioni, opere di Carletto Bruno e Bartolomeo Cavallera, che riproducono i personaggi della storia di Pinocchio, così come li immaginò Attilio Mussino, il celebre illustratore che visse a lungo a Vernante.

Limone Piemonte 1010 m

La più nota località turistica del Cuneese deve la sua fama soprattutto agli impianti di sci, tra i primi allestiti in Piemonte. Il nucleo più antico del paese è raccolto intorno alla parrocchiale di San Pietro in Vincoli. In molte delle frazioni sparse nei valloni laterali si osservano ancora le abitazioni rurali tipiche della zona, costruite su due piani, con stalla annessa e fienile separato. Molto interessanti sono le fortificazioni del Colle di Tenda: caserme, camminamenti e postazioni di artiglieria e sei grandi forti circondati da profondi fossati.

Il Colle Di Tenda

Il Colle di Tenda, famoso perché citato su tutti i libri scolastici essendo considerato punto di separazione tra le Alpi Liguri e le Alpi Marittime, ha rappresentato fin dai tempi antichi un valico di grande importanza. Principale via di collegamento tra la pianura Padana e l’estremo Ponente ligure era conosciuto dai tempi dei Romani ma questi preferirono vie più sicure; per molti secoli furono i pastori transumanti a praticarlo. Il primo documento che accenni ad una strada che portasse da Borgo San Dalmazzo a Ventimiglia è del 1178. Tuttavia all’epoca l’itinerario non doveva essere dei più agevoli. Le gole impraticabili della Val Roya costringevano i viaggiatori a lunghi aggiramenti sui fianchi delle montagne. Ma a partire dal XIII secolo con la rinascita del commercio e con l’acquisizione della contea intermedia da parte dei provenzali, il Colle di Tenda venne ad assumere una notevole importanza.Per tutto il medioevo il sale fu uno dei prodotti più preziosi, uno dei pochi di cui neanche le economie più autarchiche potessero fare a meno. Era indispensabile per la conservazione dei cibi e per certe attività artigianali, come la concia delle pelli. Importante centro di produzione erano le saline di Hyeres, mentre i mercati di consumo erano quelli della Val Padana e di Pavia in particolare. 

Tenda si trovava su una delle direttrici di traffico più brevi e dirette. Avere il controllo di una trafficata via commerciale significava garantirsi cospicue e sicure entrate economiche. La "gabella", madre di tutte le tasse, nacque infatti come dazio sul transito del sale. Per evitare gli esosi pedaggi spesso i carovanieri, con l’accordo dei governi, mutavano percorso; fu il caso del marchese di Saluzzo, Ludovico IV, che per avere collegamento diretto con il sud della Francia, fece realizzare nel 1478 un traforo, il primo del genere nelle Alpi, sotto il difficile colle della Traversetta, nel gruppo del Monviso. 

Tuttavia né gli Angiò né i Savoia poterono impadronirsi della contea di Tenda, che per tre secoli riuscì a mantenere l’indipendenza.

Nel 1338 i Savoia giunsero al mare e pochi anni dopo acquisirono Briga, ma per transitare da Tenda continuarono a sborsare ingenti somme di denaro, tanto da indurli ad attrezzare un percorso alternativo attraverso la Visubia e la Val Gesso. Per tutto il XV secolo furono apportate migliorie alla mulattiera della val Roja; nel 1575 prende corpo il progetto di realizzare una carrozzabile che unisca Nizza con Cuneo, le Gorges di Saorge vengono per la prima volta tagliate e il percorso migliorato con posti di sosta. In quelli anni furono oltre 50.000 i muli che transitarono nelle due direzioni. Nel 1614, quando la regione già faceva parte del Ducato di Savoia, ci fu un primo tentativo di realizzare un traforo, tentativo ripreso nel 1784 sotto il regno di Vittorio Amedeo III di Savoia (la galleria di settantacinque metri circa, nota in zona con il nome di "Buco di Napoleone", appellativo ingannevole poiché lo scavo non ha in realtà niente a che vedere con l'Imperatore), che rimase tuttavia opera incompiuta. 

la strada che sale al Colle di Tenda

(versante francese)

Tra il 1782 ed il 1788 venne costruita, per volere della casa reale, la prima strada carrozzabile e, nel 1883, venne realizzato il traforo che oggi ci consente comodamente di attraversare i due versanti. Tra il 1889 e il 1907 venne realizzato un tunnel ferroviario per collegare Cuneo a Nizza con il treno.

  La costruzione della galleria a quota molto inferiore ha determinato la perdita di importanza del colle, che oggi mostra nella quiete alpestre i segni di un passato prossimo se non burrascoso comunque movimentato.

L'Ottocento e la prima metà del Novecento hanno infatti visto il passo verso la valle Roya al centro di vicende soprattutto militari: la costruzione delle fortificazioni sabaude del sec. XIX hanno infatti segnato la storia e l'ambiente dei monti che si ergono attorno al colle.

Correvano gli anni Ottanta dell'Ottocento: in cinque anni a partire dal 1882 la zona del valico veniva munita da casa Savoia di imponenti fortificazioni; dal forte Centrale (o Colle Alto) una strada militare molto ardita raggiungeva ad oriente il forte Tabourde e, quasi sulla vetta della cima omonima, il forte Pepin, mentre a occidente un altro elegante tracciato conduceva dapprima al forte Pernante e quindi al forte Jaure; il forte Marguerie sulla strada per la Baisse de Peyrefique completava il possente sistema difensivo. Un così terrificante apparato bellico rimase per fortuna inutilizzato, dal momento che nessun nemico risalì la valle Roya nell'ultimo scorcio del XIX secolo e neppure nel primo '900 per invadere il territorio piemontese: le costruzioni vennero quindi dismesse allo scoppio della Grande Guerra, quando i loro cannoni furono inviati nel Triveneto, e passarono infine alla Francia con il trattato di pace del 1947.

Oggi le montagne che segnano il passaggio dalle Liguri alle Marittime raccolgono nel loro silenzio le testimonianze di quel passato militare, avvolgendo e neutralizzando nello splendido ambiente naturale gli echi di una vita comunque dura per chi spese gli anni migliori della propria vita tra i sassi dei forti, echi che oggi appaiono stonati innanzi alla nuova Europa: anzi, le costruzioni in pietra, con coperture spesso erbose, paiono ben inserirsi nel paesaggio e, insieme agli aperti panorami, rappresentano certo un motivo di interesse che spinge l'escursionista a percorrere sentieri e ciò che resta delle strade ex-militari.

L'ambiente naturale attraversato dagli itinerari escursionistici è in generale caratterizzato da vaste praterie sommitali, morbidi pendii erbosi aperti a sud verso il solco della valle Roya caratterizzato nella sua parte più in quota da vasti boschi di pino silvestre; soltanto il tratto che sale dal forte Jaure alla Rocca dell'Abisso mostra un aspetto aspro: impervie bastionate rocciose fanno da sfondo a vaste pietraie che paiono difendere la prima vetta di rilievo delle Alpi Marittime.

 

 

 

 

 

 

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