Il
Colle di Tenda, famoso perché citato su tutti i
libri scolastici essendo considerato punto di
separazione tra le Alpi Liguri e le Alpi Marittime,
ha rappresentato fin dai tempi antichi un valico di
grande importanza.
Principale via di collegamento tra la pianura Padana
e l’estremo Ponente ligure era conosciuto dai
tempi dei Romani ma questi preferirono vie più
sicure; per molti secoli furono i pastori
transumanti a praticarlo. Il primo documento che
accenni ad una strada che portasse da Borgo San
Dalmazzo a Ventimiglia è del 1178. Tuttavia
all’epoca l’itinerario non doveva essere dei più
agevoli. Le gole impraticabili della Val Roya
costringevano i viaggiatori a lunghi aggiramenti sui
fianchi delle montagne. Ma a partire dal XIII secolo
con la rinascita del commercio e con
l’acquisizione della contea intermedia da parte
dei provenzali, il Colle di Tenda venne ad assumere
una notevole importanza.Per tutto il medioevo il
sale fu uno dei prodotti più preziosi, uno dei
pochi di cui neanche le economie più autarchiche
potessero fare a meno. Era indispensabile per la
conservazione dei cibi e per certe attività
artigianali, come la concia delle pelli. Importante
centro di produzione erano le saline di Hyeres,
mentre i mercati di consumo erano quelli della Val
Padana e di Pavia in particolare.
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Tenda
si trovava su una delle direttrici di traffico più
brevi e dirette. Avere il controllo di una
trafficata via commerciale significava garantirsi
cospicue e sicure entrate economiche. La
"gabella", madre di tutte le tasse, nacque
infatti come dazio sul transito del sale. Per
evitare gli esosi pedaggi spesso i carovanieri, con
l’accordo dei governi, mutavano percorso; fu il
caso del marchese di Saluzzo, Ludovico IV, che per
avere collegamento diretto con il sud della Francia,
fece realizzare nel 1478 un traforo, il primo del
genere nelle Alpi, sotto il difficile colle della
Traversetta, nel gruppo del Monviso.
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Tuttavia
né gli Angiò né i Savoia poterono impadronirsi
della contea di Tenda, che per tre secoli riuscì a
mantenere l’indipendenza.
Nel
1338 i Savoia giunsero al mare e pochi anni dopo
acquisirono Briga, ma per transitare da Tenda
continuarono a sborsare ingenti somme di denaro,
tanto da indurli ad attrezzare un percorso
alternativo attraverso la Visubia e la Val Gesso.
Per tutto il XV secolo furono apportate migliorie
alla mulattiera della val Roja; nel 1575 prende
corpo il progetto di realizzare una carrozzabile che
unisca Nizza con Cuneo, le Gorges di Saorge vengono
per la prima volta tagliate e il percorso migliorato
con posti di sosta. In quelli anni furono oltre
50.000 i muli che transitarono nelle due direzioni.
Nel 1614, quando la regione già faceva parte
del Ducato di Savoia, ci fu un primo tentativo di
realizzare un traforo, tentativo ripreso nel 1784
sotto il regno di Vittorio Amedeo III di Savoia (la
galleria di settantacinque metri circa, nota in zona
con il nome di "Buco
di Napoleone",
appellativo ingannevole poiché lo scavo non ha in
realtà niente a che vedere con l'Imperatore), che
rimase tuttavia opera incompiuta.
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la
strada che sale al Colle di Tenda
(versante
francese)
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Tra
il 1782 ed il 1788
venne costruita, per volere della casa reale, la
prima strada carrozzabile e, nel 1883, venne
realizzato il traforo che oggi ci consente
comodamente di attraversare i due versanti.
Tra il 1889 e il 1907 venne realizzato un tunnel
ferroviario per collegare Cuneo a Nizza con il
treno.
La costruzione della galleria a quota molto
inferiore ha determinato la perdita di importanza
del colle, che oggi mostra nella quiete alpestre i
segni di un passato prossimo se non burrascoso
comunque movimentato.
L'Ottocento
e la prima metà del Novecento hanno infatti visto
il passo verso la valle Roya al centro di vicende
soprattutto militari:
la costruzione delle fortificazioni sabaude del sec.
XIX hanno infatti segnato la storia e l'ambiente dei
monti che si ergono attorno al colle.
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Correvano
gli anni Ottanta dell'Ottocento: in cinque anni a partire
dal 1882 la zona del valico veniva munita da casa Savoia di
imponenti fortificazioni; dal forte Centrale (o Colle Alto)
una strada militare molto ardita raggiungeva ad oriente il
forte Tabourde e, quasi sulla vetta della cima omonima, il
forte Pepin, mentre a occidente un altro elegante tracciato
conduceva dapprima al forte Pernante e quindi al forte Jaure;
il forte Marguerie sulla strada per la Baisse de Peyrefique
completava il possente sistema difensivo. Un così
terrificante apparato bellico rimase per fortuna
inutilizzato, dal momento che nessun nemico risalì la valle
Roya nell'ultimo scorcio del XIX secolo e neppure nel primo
'900 per invadere il territorio piemontese: le costruzioni
vennero quindi dismesse allo scoppio della Grande Guerra,
quando i loro cannoni furono inviati nel Triveneto, e
passarono infine alla Francia con il trattato di pace del
1947.
Oggi
le montagne che segnano il passaggio dalle Liguri alle
Marittime raccolgono nel loro silenzio le testimonianze di
quel passato militare, avvolgendo e neutralizzando nello
splendido ambiente
naturale gli echi di una vita comunque dura per chi spese
gli anni migliori della propria vita tra i sassi dei forti,
echi che oggi appaiono stonati innanzi alla nuova Europa:
anzi, le costruzioni in pietra, con coperture spesso erbose,
paiono ben inserirsi nel paesaggio e, insieme agli aperti
panorami, rappresentano certo un motivo di interesse che
spinge l'escursionista a percorrere sentieri e ciò che
resta delle strade ex-militari.
L'ambiente
naturale attraversato dagli itinerari escursionistici è in
generale caratterizzato da vaste praterie sommitali, morbidi
pendii erbosi aperti a sud verso il solco della valle Roya
caratterizzato nella sua parte più in quota da vasti boschi
di pino silvestre; soltanto il tratto che sale dal forte
Jaure alla Rocca dell'Abisso mostra un aspetto aspro:
impervie bastionate rocciose fanno da sfondo a vaste
pietraie che paiono difendere la prima vetta di rilievo
delle Alpi Marittime.
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