Il matto del villaggio (Ferragosto sul Naviglio)                 2007



Alle 8.30 inforcai la bicicletta equipaggiato di borraccia e asciugamano.

Entrai sull’alzaia del Naviglio Grande all’altezza di Ponte Nuovo, ad un km circa da casa mia e cominciai a pedalare verso nord. Avevo deciso di salutare ogni persona che incontravo, a piedi o in bicicletta e così feci. Mi divertii a studiare le reazioni della gente. Un buon 70% mi guardò come un matto, un 20% non mi considerò nemmeno, un 8% rispose al saluto, un 2% sorrise anche, troppo pochi quelli che sorrisero.
Ero deciso a sfinirmi e così feci, percorsi circa 60 km (tra andata e ritorno), per me sono tanti non essendo abituato e ancora oggi ne sto pagando le conseguenze. Mi fermai a mangiare in un ristorantino in riva al naviglio, molto carino. Una piadina un cestino di gnocco fritto e 2 bicchieri di rosso della casa. Spesi solo 6 euro, ci devo ritornare.
Su una delle panche che costeggiano l’alzaia incontrai Giacomo, un anziano del posto ed è anche grazie a lui se passai un buon Ferragosto.


E’ stato bel momento seduto su una panca in riva al naviglio,
abbiamo condiviso qualche pensiero prima di riprendere ognuno la sua strada.
E' stato bello. Mi nutro di questi momenti.

Mi Ha raccontato che ogni sera d'estate fa il bagno dentro il naviglio invece di fare la doccia. - Si sta freschi -, dice, - perché sprecare l’acqua potabile.

Mi ha raccontato dei barconi che un tempo navigavano e delle sponde che oggi cedono a causa nel nuovo battello che solleva troppa acqua.

Quando si vive sulle sponde di un fiume o di un canale, l'acqua diventa il tuo padrone e ti condiziona la vita.

Abbiamo parlato della tradizionale “Sucia”, il periodo dove svuotano il naviglio per pulire il fondo e nei paesi fanno una grande festa

Eliminano le scorie e i rifiuti poi riconvogliano le acque del Ticino. Il Naviglio serve oggi anche per irrigare i campi attraverso le varie chiuse disposte lungo il percorso, il letto deve essere pulito.

Mi parlò dei pesci e della corrente e di come la vita è diversa dalla grande città.

dalle ville con piscina, dai palazzi di cemento.

Poi si fermò un tizio con la gomma bucata, lo abbiamo aiutato e ci salutò con un sorriso.

poi ognuno per la propria strada

Arrivai in un punto dopo Turbino dove la corrente sembrava meno forte, studiai l’acqua, decisi. Mi tolsi occhiali e berretto. Mi spogliai della maglietta e mi sfilai le scarpe da tennis. Poggiai il tutto sulla bici e mi allontanai a piedi per circa 200 metri. Mi tuffai senza pensarci troppo, mi lasciai trasportare dalla corrente, invero ancora veloce, fino ad una scaletta che afferrai al volo. Lo feci per tre volte andando sempre un po’ più lontano. L’acqua era bellissima e mentre mi lasciavo trasportare movendomi appena, alcuni pesci mi guardarono, anche loro come se fossi un matto.

 

E la gente

la gente che non saluta

quelli che ti guardano strano
quelli che non ti guardano

quelli che fanno finta che non ci sei.

Quelli che sorridono sono troppo pochi

 

Le foto:

 

Boffalora Sopra Ticino

 

 

 

 

 

 

Bernate Ticino

 

 

 

 

 

 

 

Castelletto di Cuggiono

 

 

 

 

 

 

 

 

Robecchetto con Induno

 

 

 

 

 

 

Turbigo

 

 

 

 

 

 

Dal ristorantino:

 

 

Nosate

 

 

 

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