Ho perso la valigetta


Cronaca di una telefonata (storie vere)


 

 

Ho perso la valigetta, l’ho lasciata nell’ auto di Marina.

Dallo sconforto sono andato al ristorante e mentre mi accingevo a mangiare un gateau di patate, prosciutto e formaggio...
Mi chiama Marina.

“Dove sei?” Mi chiede.

“Al ristorante!” Rispondo e le racconto cosa sto mangiando.

“Vedo che continui a mangiar leggero!” Mi dice.

“Però non ho mangiato la pasta” rispondo.

“E il gattò????” Continua lei.

“chi Aristide?”

“No Romeo!

“Rrromeooo” mi grida nell’orecchio, “Lo sai che Romeo è il più intelligente? - Dico io - “Ah sì?”
“Però ha subito un trauma psichico, ora si crede diverso,” Crede di essere un auto e si fa chiamare ALFA.

”Il gattò sta facendo effetto.” Dice lei tra sé e sé e un po’ a me.

“...Un giorno incontrò una ragazza...” Continuai imperterrito.
“Ma non poteva sposarla perché si chiamava Giulietta: era sua sorella.

“Sono cose che fanno male... Sorella? Ma cosa hai letto, i promessi paperi? Disse lei.

“Si, purtroppo, era anche lei un’alfa romeo.”
“Questo è il reale segreto che Shakespeare non ha voluto dirci.

“Sei incontenibile oggi!!!

“Bene” Risposi.

“Come bene che succede?”

“Per ora mi fermo qua ...Mi è venuta nostalgia... Della mia valigetta

“ohhhh!” Fece lei.

 

“Tutta sola in un’auto sconosciuta!”

“Piccina... l’ho presa dalla macchina oggi, se vuoi le faccio tante carezzine...” replicò con aria realmente dispiaciuta.

“Anche le cose hanno dei sentimenti” continuai. ”Pensa: le valigette contengo i tuoi più intimi segreti, sono le uniche vere amiche, dividono con te gioie e dolori , sono discrete, per farle parlare le devi aprire con la forza.”

“O con un codice” disse lei ironica, “requiem per una valigia”.

“Sanno essere docili se sai come trattarle e non ti tradisco mai.”

“se le pulisci...” Continuò lei.

“Se incontro la signorina sansonite me la sposo” Dichiarai.

“Si, eh? Pensa che affare che fai...”

“Solo che ha un problema...” Dissi.

“Quale? Fece lei “(con timore)

“ ...ha le borse sotto gli occhi”


“Oh mio dio!

“Una volta sono stato a piazza affari ...lì c’è una grande borsa, ma non si chiama sansonite.”

“ah no?”

“No, è una borsa che fa arrabbiare tutti meno alcuni.”

“Quali?

“Credo i più furbi..." (pausa)
“Un giorno la borsa però ha subito una grave perdita..., quando è morto borsellino.
Era uno dei suoi figli più onesti, molti altri hanno tentato invano di assomigliargli, ma finché se ne stavano nelle tasche della gente o nelle borsette....

“Senti”, interruppe lei, “ora stai cadendo nel macabro”

“Da piazza affari sono andato all’obitorio” Continuai senza ascoltarla.
“Non so perché, ma il tragitto mi sembrava obbligato.
Ho visto uno che mordeva l’alluce ad un tipo appena deceduto. Gli ho chiesto il perché...

“perché?” fece lei incuriosita.

“Mi ha spiegato che serve per verificare se é morto veramente (fa un male pazzesco)”

Però un giorno, mi raccontò il becchino, è arrivato un tale senza piedi... Allora ho capito il significato di POMPE FUNEBRI!

“FERMATELO” gridò la mia amica.

“Sono andato a casa sconvolto.” Terminai.

Meglio che contini per la mia strada senza la valigetta...

“E` crollata la borsa... valori!!! Disse lei che voleva fare una battuta.
“Non venderla subito aspetta che le azioni salgano”.
“Comunque come spia industriale... duri minga” disse.

“La mia distrazione non si smentisce mai.” Dissi con l’orecchio che ormai mi stava bollendo.

“Un giorno o l’altro mi arresteranno per atti osceni solo perché sono uscito senza calzoni.

"Non c’è niente di ‘urgente’ dentro la valigetta?" Mi chiese improvvisamente.

"No solo un libro di Baricco che sto leggendo”.

“Ma.. una borsa così grande solo per Baricco?” Replicò.

“No, anche ombrello, focus di marzo ecc., guarda pure, ti autorizzo.

“Guardo pure cosa? Focus?

“Se vuoi.”

“grazie!”

“C’è anche un altro giornale come si chiama....

“acuas?” Fa lei spiritosa, “playboy?”

“acuas, playboy? No, peggio: c’e’ la collezione sadomanga”

“Grande! Vado subito a prenderla” Rispose.

Poi c’è: manga pa a capa e mango il frutto tropicale”

“ehhhhhh?”

“Inoltre... mangobingo nel gnaolospingo e mangobongo lì te lo pongo”

Ehehehehe.

“Miiiiiiii!”

“Dimenticavo magnacarta magna grecia e magna poco che ingrassi!”

“Bastaaaaa!”

“C’è anche un trattato su Carlo Magno (il piu grasso dei romani).

“E poi: un trattato sulle magnolie (dove sotto si fanno dei buoni picnic...).”

“Oh mio Dio” fece lei distrutta.

“Basta non ce sta mango piu no spillo” Conclusi.

“ Chi l’avrebbe mai detto... Un buon padre di famigliaaaaa!” Urlò indignata.

“Famiglia...famiglia cristiana, oggi, il tempo gioia, anna...”

“corna vissute?” interruppe ormai arresa.

“Ahhhhhh! Potevi dirmelo che li leggi.... facevamo cambio, ti davo la mai collezione di: (le notti segrete di Nonna Papera).

“Con Ciccio o zio Paperone?” Disse ormai lei in preda al delirio.

“Noo Paperoga!

“E Paperinick?

“Archimede Pitagorico ed il seflgodoer"

“eta beta?
“ roberta beta?
“ eta beta e le chiavi inglesi (si legge molto nelle ferramenta)

“mmm ci si fanno certi giochiii” improvvisò lei in preda sempre di più al delirio.
“Lo sai che alfa beta va a scuola, mentre suo fratello analfa-beta non capisce una fava?” Le chiesi

“Ary pietà” Cominciò ad implorare...

“Pietà? chiama Michelangelo lui si che è bravo!”

“Lo farò, lo farò.” Rispose accondiscendente.

“Ok ora basta vado a lavorare (questa è la migliore)” dissi io.

“Da brava gioconda eheheh” sempre ironica.

“La gioconda sorride così perché ha visto il pisello di Leonardo”

A questo punto lei attaccò il telefono, probabilmente non rivedrò più né la mia borsa, né la mia amica.

Se pensate che questo dialogo sia inventato sbagliate di grosso!
Ora sono senza borsa veramente!


AHAHAHAH...Ary.