Gloria


 

Gloria uscita dallo studio medico aveva in mente solo una cosa, il suo progetto.

Se ogni delusione è uno sprono per continuare, quest’ultima era lo sprono per finire nel modo giusto.

Non c’erano dubbi, aveva si e no un anno e mezzo di vita.

Doveva fare molte cose, pagare i debiti, sistemare i figli, e lasciare una traccia di sé nel mondo, una sorta di immortalità. La rete le fu d’aiuto in questo.

Nei ritagli di tempo cominciò a raccogliere la sua vita, descritta a parole, in uno di quei posti, anzi siti, che in gergo vengono chiamati blog.

E lei creò il suo blog e si accinse a riempirlo di poesie, prose e come molto carinamente lei stessa definiva "prosìe".

In quel blog cominciò a respirare la sua anima, la sua essenza, il suo essere donna senza mezzi termini e senza compromessi.

C’era il dolore di un lutto prematuro che la buttò in mezzo alla bufera completamente vergine di fronte alle intemperie del vivere.

In quel blog nasceva quel genere di libertà che non muore mai: la libertà di sentirsi sé stessi.

E non voleva lasciare sofferenze di nessun tipo, quindi chiuse le porte a tutto ciò che la vita poteva ancora regalarle.

Gloria rinunciò all’amore per amore.

Fece in modo di farsi abbandonare sulla spiaggia di un’isola deserta, credendo di farlo a fin di bene.

Ed in tanto lottava per il suo progetto, nascondendosi alla verità e lasciando che il mondo scivolasse lontano mentre passo dopo passo, mattone su mattone aggiustava ogni cosa. Credeva di essere nel giusto, credeva di fare bene.

Gloria non sapeva che l’amore non ha confini.



II parte

 

E così Gloria si dimenticò di essere femmina.

Perse la giusta misura delle cose, ogni problema sembrava più grande, ogni dolore infinito, ogni avversità un ostacolo insormontabile. E scriveva. Ogni giorno riempiva di pagine il suo blog, soprattutto di notte, prima ancora che l'alba tracciasse la prima ruga sulla fornite della notte. Prima ancora che i passeri si svegliassero a riempire il silenzio del loro cinguettio. Gloria scriveva della sua vita che stava per finire e descriveva il vuoto del passato e il senso d'incompletezza che le dava il futuro.
Ogni azione le sembrava sbagliata, ogni risultato le pareva insufficiente.
Gloria non s'avvedeva più delle belle cose perché sapeva di non avere abbastanza tempo. Come disprezzava il tempo, quell'odioso passare dei giorni spensierati e sprecati. Se solo lo avesse saputo prima forse ora non si rammaricherebbe, non chiederebbe il perché a Dio e accetterebbe il suo destino: avrebbe avuto il tempo per raggiungere il suo obiettivo, dare la sicurezza ai figli. Ormai di lei più non le importava. Gloria femmina più non esisteva.

 

 

 

Ary