Potrò ancora
volare?
Viveva al sicuro protetta dall’insidie della giungla, in un bel nido curato con l'amore
che i suoi cari sapevano donare.
Un giorno al risveglio il mondo le cadde addosso in tutto il suo fragore.
Così forte da impedire alle lacrime il loro uscire.
Si trovò nell’oscurità di un presente il cui futuro era diventato sconosciuto e spaventoso.
ma per quell'amore che non doveva vanificarsi.
Forse fu per il pesante fardello o forse fu solo il destino, che un giorno un’ala si ruppe.
Il medico, un gufo con gli occhiali troppo piccoli in confronto al cappello che portava,
le disse che l’ala era guarita, ma che ogni tanto doveva controllarla.
Passarono anni, durante i quali la lotta per la sopravvivenza nella giungla si fece
sempre più aspra, più difficile.
Incontrò persone strane, piena di falsi sorrisi e vane promesse.
"Com’è dura crescere così”, pensava.
E quasi si stava scordando della sua ala.
Fino al giorno in cui si ripresentò il dolore, un semplice malessere,
ma che risvegliò i suoi sopiti timori.
Il gufo la stava aspettando per verificare se l’ala era ancora buona,
se poteva ancora permetterle di volare fuori per i suoi cieli dove dimenticava le sue ansie,
dove si allontanava dalla realtà e dove poteva persino sorridere al sole e alle stelle.
l'afferrò per il bavero e la fece di nuovo sua.
La sua innata voglia di esserci e dire la sua in faccia al mondo le permise ancora una volta
di uscire vincente e sicura per i cieli del mondo.
Ora vola con un nuovo sorriso, con il pensiero ai suoi cari e curandosi sempre del suo amorevole nido.
Ary