Potrò ancora volare?  

 

 

 

...Si chiese un giorno la farfalla.

 

 

Viveva al sicuro protetta dall’insidie della giungla, in un bel nido curato con l'amore 

che i suoi cari sapevano donare.

 

Un giorno al risveglio il mondo le cadde addosso in tutto il suo fragore.

 

Era un dolore assurdo, da impazzire. Quel dolore che ti prende dentro e ti stringe lo stomaco.

Così forte da impedire alle lacrime il loro uscire.

 

Si trovò nell’oscurità di un presente il cui futuro era diventato sconosciuto e spaventoso.

Ed  il suo nido ora le sembrava immenso, troppo grande e troppo vuoto.

 

 

 

 

Le sue piccole ali non sapevano ancora volare.

 

Ma si fece forza ed iniziò la sua battaglia, sapeva che doveva farlo, non solo per lei, 

ma per quell'amore che non doveva vanificarsi.

Intanto studiava, lavorava e cresceva senza non dimenticarsi del suo nido.

 

 

 

  

Forse fu per il pesante fardello o forse fu solo il destino, che un giorno un’ala si ruppe.

 

Aveva appena iniziato a volare.

 

E questa volta si arrabbiò, si infuriò contro il  fato e contro il suo Dio dalle ali infinite.

E si chiuse dentro.

 

“Perché mi metti alla prova così duramente?”

 

 

 

 

Per fortuna l'amore non le mancò e superò anche quel momento.

 

Il medico, un gufo con gli occhiali troppo piccoli in confronto al cappello che portava, 

le disse che l’ala era guarita, ma che ogni tanto doveva controllarla.

 

 

 

 

Passarono anni, durante i quali la lotta per la sopravvivenza nella giungla si fece 

sempre più aspra, più difficile.

Incontrò persone strane, piena di falsi sorrisi e vane promesse.

 

"Com’è dura crescere così”, pensava.

 

E quasi si stava scordando della sua ala.

 

Fino al giorno in cui si ripresentò il dolore, un semplice malessere, 

ma che risvegliò i suoi sopiti timori.

 

   

 

Il gufo la stava aspettando per verificare se l’ala era ancora buona, 

se poteva ancora permetterle di volare fuori per i suoi cieli dove dimenticava le sue ansie, 

dove si allontanava dalla realtà e dove poteva persino sorridere al sole e alle stelle.

 

Nel frattempo la farfalla con  lo sguardo smarrito si stava chiedendo: "potrò ancora volare?"

 

Ma la forza non le mancò, la percepì in tutto ciò che le stava intorno, 

l'afferrò per il bavero e la fece di nuovo sua.

 

La sua innata voglia di esserci e dire la sua in faccia al mondo le permise ancora una volta 

di uscire vincente e sicura per i cieli del mondo.

 

Ora vola con un nuovo sorriso, con il pensiero ai suoi cari e curandosi sempre del suo amorevole nido.

 

 

 

 

 

 

Ary