Il cerbiatto che divenne leone
In una via del tempo, in un’isola del profondo spazio, un sole ignoto e
affascinante stava per spegnersi.
Aveva perso la strada fra le scie di comete, mentre le statue di sale
continuavano a sciogliersi bagnate dalle lacrime di Dio.
E lui, ultimo tra gl’ultimi cercò invano di chiudere il suo cuore.
Un cuore malato, malato del bisogno d’affetto e di amore, condizionato dagli
sbagli del passato.
E stava per girare la chiave di quel cuore e dell’anima, sede del
destino del mondo.
Ma era fermo e tenace, costante nella sua irrequietezza.
Finalmente un giorno il cerbiatto, fermo sulle sue esili zampe, osservò il sole
del mattino nascere da dietro gli alberi di gesso.
Con lo sguardo smarrito, occhi dolci e il muoversi lento del codino,
riprese il suo timido incedere tra mille timori.
Condannato da sguardi famelici, fu di nuovo conscio che dietro gli alberi
di gesso, ci poteva essere ancora una foresta di smeraldo dove in
un’oasi bagnata dal verde dei prati tra mille cascate di avorio e di luce,
esisteva dell’anima il suo impavido cuore.
Fu così che il cerbiatto divenne leone.
Ary