Centro Storico, il pozzo dei desideri


Sono belli i centri storici, quando cala la sera.
I mattoni si rivestono di una luce particolare ed i balconi mostrano dettagli che di giorno non si vedono.
E mi ritrovo a girare per vie antiche, su lastricati di pietra.
Pavè e sanpietrini  fanno da contorno ad archi e trabattelli.
Colonne di marmo, statue di pietra, opere regalate da artisti quasi sempre sconosciuti.

E gli antichi lampioni in  ferro battuto che illuminano gli angoli con calore e armonia.

Questo ed altro sono i centri storici, con le mura  pregne di storia.
Dove i vecchi portoni, se potessero parlare, racconterebbero molti segreti con i loro batacchi lisi e consumati dal giusto battere, anch’essi testimoni di vite trascorse.
Chiudendo gli occhi mi sembra di intravedere le ruote di un calesse che furtivo si sofferma sotto la fioca luce. Osservo scendere una donzella attesa dal suo baldo giovine. E nell’ombra di quel portone il dolce rumore dello schioccare di un bacio. E così, osservando le strade dove il tempo si è fermato, mi dimentico per un attimo di ciò che accade nel mondo, guardo un campanile, un’antica insegna e assaporo la fragranza di antichi profumi dimenticati.
Per le vie le ragazze, sfoggiano parei multicolore e negl’occhi dei bimbi s’intravede la smania delle vacanze appena trascorse.
Entro in un cortile che si apre dai portici, il portone era socchiuso
Scorgo un vecchio pozzo. Mi avvicino con timore reverenziale.  Immagino che possa esaudire i desideri.

I mattoni “rossoantico” accolgono il secchio come una culla.
Prendo una moneta, la butto ed esprimo il mio desiderio. 
Non posso svelarlo, altrimenti non si avvererà.




Ary