Senza il tuo respiro

E’ il vespro dell’imbrunire che s’attornia di claudiche danze,

mentre il gancio si richiude sulla ferita purulenta,

Anime troncate da sciabole di legno, che dei trali han ragione

men che dei sogni.

Svolgi la tua chioma al mistero dei sensi come fa la mantide

prima di mangiare il suo sposo.

E cibati del mio presente che risorto a cuore aperto s’offre abiurno.

E che il fluido scorra antico come ambra

e giovane di nuove sensazioni.

Dentro l’entropia di una stella si cela il segreto del dio universo,

astratte catene di latta e cera di cui il sole a stento rinnega.

E precipito in abissi al contrario dove il fondo del mare è cielo

e la terra, solo nebbia.

Avvolto nel caos di un giorno infinito

dove l’alba del creato rimane spenta...

Senza il tuo respiro...

Rombo di forza, imo il suo natale,

a costruire pupazzi ballerini sulla vetta dell olimpo.

Quando nasce un senso di vita tutto è festa e iniquo strazio

Chè, mantide di sé stesso, impietoso s’uccide…

…Quel vespro dell’imbrunire che s’attornia di claudiche danze.

Ary