Senza d’infinito pensare

 

Se chiudo gli occhi

Odo grida di dolore di una farfalla persa

vedo alberi dalle folte chiome
e rami protesi come

lunghe dita ad afferrare il cielo

e nei viali del cosmo

il sole illumina i fiori dell’ignoto


Sembrano le Parole volare
come carta velina

 su dei monti le cime.


Senza d’infinito pensare

tuffandosi nell’azzurro del domani,
sfuggendo al ghermire del male
re dei sogni,
ché nelle onde sue vorrei morire


Una carezza accogliermi saprà
lasciando che il nero del tempo
con l’anima giochi

nell’assoluto del nucleo,
che si contorce in fontana di cobalto,
giocando con le spire d’argilla.

E’ avvolto di rame il rocchetto 

immobile la brina
immemore giostra di cavalli finti,
è schiava del gelo ignorante


Se nebbia offuscherà dei fantocci il cuore

se vento disperderà del silenzio il rumore


se fuoco brucierà puttane le parole

il lago di zolfo lascerà l’anima


Ary 

 

3/4/2007