Preghiera

Oh infame realtà,
non lacerare il mio sogno,
non avrei più panni per coprirmi,
acqua per la mia sete,
ne' cibo per nutrirmi.
Neanche dell'amore quel bisogno
avrei
ché un equilibrio senza rete
può essere puro
come bianche sono le ali di libertà.

Oh sogno invano,
non cedere ai fasti del vero,
che questa luce siffatta scura
del tuo giudizio illuminato e severo
accetti di un uomo la prece
'si caduca di zolle fiorite
e tronchi di cipresso.

Avrei del desiderio la fonte
e agonia di sorte l'attesa
Ade ed empireo dell'eterna stoltezza
che di uomo ne e' governo
fin dai giorni più antichi.

Oh sensi persi,
nella giostra che e' la vita
senza scampo lasciati
o forse mai voluti
delitti della mente mai sacrileghi.
Ritornate forti e sani
donando gioia infinita
ché il peccato e' cosa da niente
se nelle mani
c'e' della gente
il sapore.

Oh sole Dio mio,
con il cuore
mantello degli affranti
perdona,
e con il calore
nettare degli dei
riscalda
quel prediletto chetato
ardore

Infine,
assolvi in me la colpa
di voler per forza amare
dell'ortensia l'intenso profumo
e delle spine di rosa
il dolore.


Solo così
i ceppi arsi potranno fiorire ancora
e i campi mai arati ancora donare.

                                                                       Ary