Lago di zolfo dell'anima





Se chiudo gli occhi vedo alberi
dalle folte chiome
e rami protesi che gridano dolore verso il cielo.
Persa, una farfalla vola fra i fiori dell’ignoto,
mentre il sole illumina i viali del cosmo.

Sembrano le Parole volare
come carta velina su dei monti le cime.
Senza d’infinito pensare
tuffandosi nell’azzurro del domani,
sfuggendo al ghermire del male.

E se il mare è re dei sogni,
nelle onde sue vorrei morire.
Sapranno con una carezza accogliermi
lasciando che il nero del tempo
con l’anima giochi.

E’ avvolto il rocchetto di rame nell’assoluto del nucleo,
e si contorce in fontana di cobalto,
giocando con le cristalline spire d’argilla.

E’ la brina immobile schiava del gelo ignorante.
Immemore giostra di cavalli finti,
lago di zolfo dell’anima.

Se nebbia offusca dei fantocci il cuore
più luce ci sarà,
se vento disperde i ricordi piu’ belli
più speranza ci sarà,
se sole brucia del silenzio il rumore
più parole si udiranno.

Ma se il lago di zolfo lascia l’anima
Non ci sarà più l’ardore della libertà.


Ary