Carlo

 

L’emozione s’era fatta carne
tra abeti fuori e cipressi dentro il cuore
ché il guardarsi negl’occhi era solo per dire
"vedrai, non sarà come credi... Sii forte."

Trascorreva il tempo persi in acque di lago
e cime di monti verdi
per scordare il perché eri lì
e non pensare al boia del domani.

E facevamo finta di ridere,
finta di guardare e abbracciare il cielo,
finta di non pensare.

"Ciao Carlo, ci sentiamo stasera
dopo la visita..."

Poi la telefonata.

Quel sentire le parole senza riconoscerle.
Quella voce già stridula bagnata di lacrime.
Quel non credere che la vita a volte è
rinascere in giorno di sole:

"Non c’è niente, si sono sbagliati".

Ho pianto.

Ary