Arcadia




L’ombra dei corvi sui neri tetti attende
Di un carmico e selvaggio profumo

L’Odissea di sensi nel delitto di un dio Muto
Come acqua che non bagna e fuoco che non brucia
Eppure del cielo sei figlia e della terra sporca
Tua madre avida conta soldi bastardi

Odi urla di pelle nuda sotto unghie d’avorio
E affanni costretti da falso piacere

Puttane le loro dita che ti spingono
Sull’orlo di abissi di cera

Perché sei nata corpo da usare
E anima spenta.

E come Arcadia, la stella che ti porta lontano,

Sarai incubo che fugge e madonna fallita

Ma io ti amo per quello che non sei
Per quello che sarai.

 

 Ary