Due ruote finalmente libere

 

Chiudendo gli occhi vedo alberi
che hanno le chiome folte, i rami protesi
e gridano di dolore verso il cielo.
Mentre persa una farfalla ha volato fra ignoti fiori.
E se le Parole di carta velina sembrano,
il sole illumina ora i viali del cosmo.
Vola libertà su dei monti le cime,
senza più pensare se il domani è certo
Tuffati in quell'azzurro infinito
dove nessun cerbiatto travestito da lupo
potrà più ghermire il tuo nome.
E se il mare era il re dei tuoi sogni,
tuffati nelle onde sue.
Sapranno accoglierti con amore.
E ascoltarti con una carezza.
Se la nebbia protegge i fantocci,
non lasciare che il nero del tempo
giochi con la tua anima.
Come un rocchetto di rame avvolto
sul nucleo dell'assoluto,
il vento disperderà i ricordi.
Ma noi non lasceremo che si contorcano in fontane di cobalto,
nelle spire induttive dei cristalli d'argilla.
Se la brina resterà immobile, schiava del gelo,
il tuo sole brucierà in silenzio,
immemore giostra di cavalli finti.
Dolce è la morte d'inverno,
lago di zolfo sull'anima.
Non ci sarà più una luce sulle strade,
non ci sarà più una bandana con le braccia alzate,
Ma anche se non ci saranno più parole,
anche se un lago di zolfo ti ha rapito,
la tua anima ora danza
su due ruote finalmente libere.

Ary